Cosa fare in caso di puntura d’insetti o imenotteri (vespe, api e calabroni), come riconoscere un’allergia e intervenire.


Oltre ai pollini, per le persone predisposte nell’aria c’è un secondo potenziale nemico cui prestare attenzione: gli insetti, più precisamente gli imenotteri. Il loro veleno, inoculato con il pungiglione, potrebbe infatti causare reazioni allergiche a livello cutaneo o sistemiche tali da coinvolgere anche più apparati con manifestazioni spesso severe. Ma la prevenzione è possibile.

 

Gli imenotteri: una specie diffusa

Gli imenotteri comprendono circa 100 mila specie di insetti, ma i più noti e a maggior rischio per reazioni allergiche anche di intensità importante sono le api, vespe e i calabroni. Ciascuno ha tratti distintivi, anche nell’aspetto.

Ecco come riconoscerli: 

  • Le api hanno il corpo più tozzo, senza una separazione netta tra il torace e l’addome. Sono di colore nero con strisce giallastre e sono ricoperte interamente di peluria. Rispetto agli altri insetti, le api sono meno aggressive, con la sola eccezione che non si finisca nel loro “corridoio di volo”, cioè ne tragitto aereo che separa l’alveare dalla fonte di cibo. L’ape infatti attacca se si sente direttamente minacciata, ma non le conviene pungere, poiché se perde il pungiglione è destinata a morire.
  • Le vespe hanno anch’esse un corpo giallo e nero a strisce, il pungiglione è liscio e possono arrivare a pungere più volte di seguito, senza esiti letali (per loro). Aggrediscono maggiormente nei mesi di agosto e settembre, periodo nel quale le operaie sono impegnate nella raccolta e ricerca di proteine e grassi per gli individui riproduttori. E’ facile vedere le vespe “assaltare” pic-nic o immondizie e, al culmine della propria vita sociale, difendere in modo accanito il nido, contro qualsiasi minaccia o disturbo.
  • Il calabrone è riconoscibile per le grosse dimensioni, tanto che la femmina può raggiungere anche i 3,5 centimetri di lunghezza, ma anche per il caratteristico addome striato di giallo che tende all’arancio. La puntura del calabrone è estremamente dolorosa, simile ad una pugnalata.

 

Punture di vespe e altri insetti: quanti allergici!

Sono oltre 5 milioni gli italiani che ogni anno vengono punti dagli imenotteri, di questi da 1 a 8 su 100 sviluppano una reazione allergica. Dunque una percentuale piuttosto importante, paragonabile alla fetta di popolazione che soffre di allergia alimentare. Non sono esenti da queste punture nemmeno i piccoli: si stima che ogni anno vengano punti circa 500 mila bambini e adolescenti, di cui il 5% potrà sviluppare una reazione allergica.

 

Le possibili reazioni allergiche al veleno d’insetti

A seconda della sensibilità al veleno, le punture d’insetti potrebbero causare reazioni da lievi a molto gravi, con differenti manifestazioni:

  • Locali, cioè a livello cutaneo. Dopo la puntura, nell’area interessata comparirà un rossore o gonfiore di circa 5 cm di diametro, provocato dalle sostanze tossiche contenute nel veleno. In caso di manifestazione intensa, le reazioni allergiche potranno avere un diametro superiore ai 10 cm e un tempo di permanenza sulla pelle oltre le 24 ore.
  • Generalizzate o sistemiche. Possono comprendere manifestazioni di diverso tipo: cutaneo come orticaria e prurito diffuso; respiratorio come asma ed edema della glottide; cardiovascolare come l’anafilassi; gastro-intestinale con nausea e vomito ma anche diarrea e dolori addominali; malesseri generalizzati importanti quali vertigini, stordimento, confusione mentale, abbassamento della pressione sanguigna, perdita di coscienza fino allo shock anafilattico. Queste reazioni sono causate da componenti del veleno cui il paziente è allergico e che inducono la formazione di anticorpi specifici.

 

Le reazioni allergiche alla puntura di vespa, ape o calabrone possono essere influenzate da fattori varia natura:

  • La stagionalità: infatti il rischio di essere punti da imenotteri aumenta in estate.
  • La sede della puntura: le più pericolose sono quelle al volto, soprattutto al cavo orale.
  • L’età: essere senior è un fattore aggravante per l’intensità della manifestazione.
  • Il tipo di allergene, ovvero l’insetto che punge: l’ape ad esempio è più pericolosa della vespa.
  • La presenza di patologie cardiache e respiratorie concomitanti che peggiorano il contesto generale.
  • Il consumo di alcol perché amplifica la reazione.

 

 

Allergia al veleno d’insetti: l’importanza di agire presto

Questa è la prima regola, sia che la reazione allergica sia di grado lieve o moderato-intenso.

  • Se dopo la puntura compaiono nell’area interessata rossore e gonfiore di circa 2-3 cm di diametro, si può stare tranquilli: si tratta di una reazione normale al veleno iniettato dall’insetto. Tuttavia è comunque opportuno intervenire applicando del ghiaccio ed eventualmente una pomata al cortisone. Se al centro dell’area rossa si osserva un puntino nero, significa che il pungiglione è rimasto conficcato sotto pelle ed è necessario estrarlo. Ma con attenzione e in modo appropriato per evitare che il sacco velenifero continui a iniettare veleno: non si deve cercare di far uscire il pungiglione schiacciandolo come si farebbe con un brufolo o afferrandolo con le dita, piuttosto è consigliabile utilizzare una pinzetta facendo il modo di sollevare il pungiglione gradualmente dal basso, senza spezzarlo.
  • In caso l’allergia al veleno degli imenotteri sia già nota, occorre agire immediatamente con i farmaci di emergenza quali antistaminico, cortisone e, nei casi più gravi, l’adrenalina. Si tratta di un kit che la persona allergica deve avere sempre con sé e che deve saper correttamente utilizzare, secondo le istruzioni ricevute. Anche dopo la somministrazione della terapia, se la reazione allergica è severa è sempre bene recarsi al pronto soccorso o chiamare il 118 per verificare lo stato di salute.

 

Punture di api, vespe e calabroni: come diagnosticare un’allergia

La giusta diagnosi è fondamentale in caso di qualsiasi manifestazione, ma soprattutto se le reazioni sono severe. In quest’ultimo caso non basta recarsi, se e quando necessario, al Pronto soccorso, ma occorre avere una diagnosi certa di allergia al veleno degli imenotteri, effettuata da un allergologo o da un allergologo pediatra per i bambini.

Per la diagnosi fanno fede una corretta anamnesi, cioè il racconto del paziente o del genitore riguardo le manifestazioni allergiche, e i risultati di test cutanei. Questi prevedono l’inoculazione di estratti purificati dei veleni più diffusi nel nostro territorio (Apis mellifera, Vespula species, Polistes species, Vespa Crabro) e/o il RAST test, ovvero la ricerca nel sangue di specifiche IgE che permettano di quantificare gli anticorpi circolanti. Due esami utili e necessari per osservare le reazioni allergiche e mettere in atto misure preventive e terapeutiche efficaci al loro contenimento.

 

La migliore terapia è il vaccino

L’immunoterapia ha un’efficacia particolarmente elevata (90-100%) ed è considerata una terapia salvavita essendo in grado di modulare la risposta immunitaria nei soggetti allergici, proteggendoli nel medio-lungo termine dalle reazioni dovute a successive punture. L’immunoterapia deve essere eseguita in centri allergologici qualificati e proseguita sul lungo periodo, per circa 3-5 anni, per dare una copertura garantita. Attualmente, in Italia vengono sottoposti a vaccino circa 13 mila pazienti tra adulti e bambini.

Specialmente chi ha un’allergia con manifestazioni sistemiche deve sempre ricordarsi di portare con sé un kit di emergenza, autosomministrabile subito dopo l’eventuale puntura dell’imenottero.

 

Chi deve sottoporsi al vaccino

Il vaccino è consigliato:

  • Per tutti i bambini e gli adolescenti che hanno avuto una reazione allergica di tipo sistemico, mentre negli altri casi la scelta va valutata ad personam.
  • Ad alcune categorie a rischio quali apicoltori, agricoltori e chiunque viva a contatto con la natura, indipendentemente dall’età.

Vedemecum di prevenzione pratica

La stagione più a rischio è quella estiva, ma il consiglio per gli allergici è di tenere sempre alta la guardia, mettendo in atto anche alcuni comportamenti preventivi, semplici ma efficaci soprattutto quando ci si trova in contesti all’aria aperta. Ecco dunque cosa fare per proteggersi dagli insetti:

  • Il colore degli abiti fa la differenza: meglio preferire il bianco e comunque le tonalità chiare che non attirano gli imenotteri, evitando invece il colore nero o molto vivace, ma anche abiti larghi sotto i quali potrebbero intrufolarsi indisturbati.
  • Fare attenzione agli odori: non utilizzare profumi, creme o prodotti cosmetici che emanino essenze. Sono raccomandati shampoo, creme, creme solari e prodotti per l’igiene personale inodori.
  • Evitare di camminare scalzi nei prati, anche se si ama il contatto con la terra e la natura.
  • Stare alla larga da fiori molto profumati o frutta matura che, per la loro componente zuccherina, richiamano gli imenotteri.
  • Subito dopo un pic-nic, raccogliere e chiudere in appositi sacchetti avanzi di cibo, bottiglie o lattine. Soprattutto il consiglio è evitare di bere le bibite zuccherate direttamente dalla lattina nella quale gli insetti potrebbero entrare.
  • Occhio al ceppo: spostare con molta cautela ceppi e legni, luoghi in cui vespe e altri insetti amano nidificare, così come nelle immediate vicinanze.
  • Viaggiare al chiuso: in auto non tenere i finestrini aperti, meglio fare uso dell’aria condizionata per refrigerarsi.
  • In casa, adottare le zanzariere alle finestre e tenere ben chiuse le pattumiere, vuotandole quotidianamente, specialmente quando fa caldo.
  • Se in giro ci sono vespe, api o calabroni, cercare di non agitarsi per evitare di irritarli e allontanarsi piano e con passo tranquillo.

ALLERGIE AGLI ANIMALI DOMESTICI Scarica la mini guida!

Scarica la mini guida con le informazioni utili sul percorso da seguire in caso di allergia agli animali domestici, oltre a consigli per ridurre i sintomi ed evitare, quando possibile, di doversi separare dall’amico a quattro zampe.

Scarica La Mini Guida